27 ottobre 2011

pillole per arrivare vivi al weekend


  • Pillolina numero 1: Non so bene cosa sia successo ieri, fattostà che dopo aver sentito le notizie di S. Siro, pare che Montolivo sia ricoverato in psichiatria al Careggi di Firenze. Pillole a nastro anche per lui, ma di quelle pesanti, per sopportare tre mazzate così. Vi ricordo di firmare qui per la petizione IO STO CON MONTOLIVO!
  • Pillolina numero 2: ESISTONO PE' DDAVERO, sono arrabbiati e fanno anche piuttosto paura! 


[Fonte: Toxel]













  • Pillolina numero 3: Ti fai mandare dalla mamma a prendere il latte... solo che fai l'errore di andarci con la Fica o e così ti confondi. Finisce che, per portare a casa quel che hai acquistato, ti ci vuole un van da traslochi. Chi sei? Ma sì, Mariolone Balotelli, e chi altro!


Una pista Scalextric
Un tavolo da ping-pong
Un maxi-trampolino
non una ma due Vespa
Il latte per la mamma ovviamente non s'è visto, ma che volete...

Basta pillole per oggi, sennò mi intossico, e poi è quasi weekend, mica posso mescolare con l'alcol!

24 ottobre 2011

why always me?

Da Carbonara birra e partita, un avvenimento degno di qual certa nota dall'Inghilterra


Mariolone bello, non è che tutti ce l'hanno con te, vedi? Il fatto è che sei come un film di Chaplin! Tutti ci andavano al cinema, certo, sperando che i contenuti fossero riflessivi, commoventi, critici, profondi... ma soprattutto erano certi di pisciarsi dal ridere! E con te è uguale, uno l'occhio nei cazzi tuoi ce lo butta sempre – perdonami la battuta da caserma proto-razzista – perché sono belli voluminosi, ingombri di interesse e poi non ti dico le risate! E prima sfasci la Ferrari, poi vai a spasso con il boss, ogni due per tre ti sgamano con la velina, come ti giri litighi con un passante, cammini per Milano e spari ad altezza d'uomo, capita pure che sorridi beato con la maglia della squadra rivale di quella che ti paga, mettici su che non è esattamente che le mandi a dire agli allenatori... se ti metti a scherzare con il fuoco, in casa, solo per farti due risate tra amici e finisce che i pompieri devono intervenire prima che venga giù il quartiere, capisci bene che ti guardiamo con un sorriso?
Non è malizia, certamente non ci stiamo accanendo, ti dirò di più: la verità è che delle gioconde cazzate che combini tu, almeno una, la vorremmo poter imbastire noialtri, per una volta. E tutta 'sta invidia la mettiamo a tacere col godimento di veder godere te, ecco tutto. Non te la prendere, suvvia, capisco la tua maglietta polemica [se ne volete una, ovviamente ora è in vendita, tipo qui], ma alla fine dei conti noi che ti rompiamo le scatole siamo gli stessi che guardano incantati te e la tua cresta intimarci il silenzio, dopo che avete aperto le danze sul cadavere in pectore del ManU – e pure all'Old Trafford – con un gioiello di bellezza che trancia le par.

6-1. Seiauno!!! E no, non scriverò gioco-partita-incontro né contribuirò alla diffusione di altre amenità logoro-tennistiche. Mi inchino, piuttosto, al genio titolatore della BBC che racconta di aver visto 90 minuti di Six and the City.
L'amico della Regina, ma tirate le somme più amico del vino ai pranzi regali, Sir Alex mastica cinquecento cicche – non potendo fumarle – e quando finisce il dramma si guarda attorno più rosso del solito e ci sussurra, mentre se ne rende conto, di aver patito la sconfitta peggiore da che sta al mondo, che è più o meno lo stesso che dire da quando sta sulla panca dei Devils.
Tentare di immaginare come si sia sentito e continui a percepirsi ora il tifoso citizen è roba per esclusivi eletti altrettanto cittadini: trascorri l'intera vita a odiare i cugini che vincono e stravincono e intanto a chiederti nel buio della tua cameretta – senza mai confessarlo nemmeno a tua madre – perché nelle tue vene da operaio del nord non scorra pure sangue red, che certo non saresti così fascinosamente genuino ma almeno sapresti cosa vuol dire nella tua lingua to win; poi un giorno arriva la globalizzazione, vestita da sceicco arabo, e riempie anche le mura del tuo stadio (e non solo e sempre quelle dell'altro) di soldi color petrolio ma non per questo meno buoni, anzi, e tu fai buon viso a cattivo gioco; quando diventa buono pure il gioco, perché, a forza di comprare campioni e dar loro allenatori, una squadra vera la costruisci anche, già non ti sembra vero di trovarti in testa alla classifica; se poi respingi l'assalto dei soliti rossi, schiantandoli in questa maniera e pure nelle loro stanze, beh, vuoi vedere che il godimento del Six è anche meglio di quello della versione originale?

5 ottobre 2011

domande che uno proprio non può non farsi...

Gli interrogativi tormentati di Carbonara birra e partita...

Ero lì che mi dilettavo con l'abaco, per capire com'è che nemmeno la somma di entrambe le classifiche milanesi si avvicini poi tanto alla vetta della serie, e – non avendo adempiuto affatto alla questione – ben altri intriganti questionari approfittavano della mente girovaga per intromettersi in luce.

Stando che, ovviamente, nemmeno per quelli incappai in risposta, li sottoporrei alla di Voi.

Mi sapreste dire perché...


  • ... non sopporto il capelluto indolente che (non) gioca nella Fiorentina, ma mi trovo costretto a gridare a pieni polmoni: «IO STO CON MONTOLIVO!» dopo aver sentito il suo parere su Nocerino e il Camp Nou?
  • ... se l'Inter perdeva con l'uomo in meno, Mourinho faceva le sue piazzate, tipo la simulazione plateale di un ammanettamento, e insultava la quaterna facendosi cacciare, e d'un tratto lo stadio pareva un saloon e i suoi uomini diventavano verdi e ribaltavano partita e avversari mentre ora, che quella parte la recita Ranieri, i nerazzurri si guardano smarriti chiedendosi: «perché quel vecchio sbraita?» ed entrano in campo ancora più molli di prima?
  • ... già che parliamo dello specialone, il Corriere di oggi 5 ottobre titola così?

Il dito, squalificano? E come fanno? Lo trattengono in tribuna mentre Mou va in panca? O sta direttamente in hotel e se la vede in tv?

  • ... a ottobre fa ancora 'sto caldo che perfino Ibra si stanca di trascinare il naso per i campi del pallone, che non è più bello come una volta, poveretto?
Bòn, se mi saprete rispondere, ve ne sarò.
Ossequi.

3 ottobre 2011

impressioni per forza di corsa

Dice uno scopre il calcio. Succede in quel modo che, quella volta – la primissima – che posa l'occhio sulle 22 coppie di gambe incrociantisi, quel brulichio variopinto di colori in campo verde gli gusta non poco e in un amen, al massimo in una settimana, eccolo che ci ricasca a posare l'occhio sul fòbal e bum, ce lo siamo giocati, sarà schiavo del cuoio per tutta la vita ma più ancora per il cuore.

Ecco, a quell'ex-poppante lì, vuoi perché alla foggia da spettatore ha coniugato alla bell'e meglio quella da protagonista (al massimo nel praticello dietro casa, facciamo a capirci), vuoi perché comunque il primo dei due ruoli l'ha portato in scena quelle cinque/seicento volte, alcune impressioni del meraviglioso gioco del sono rimaste volenti o dolenti marchiate sulla pelle. Quindi, attraverso le impressioni di cui, vi andrò a spiegare il perché e il percome della sesta giornata di A, che poi è la quinta e bòn, tocca abituarcisi.

La prima orma sulla pelle inscritta dalla palla da calci racconta di una legge che, più la leggo e più me ne convinco, tenderà a permanere immutata per le future generazioni di bimbi con la cresta e i piedi incantati. Codesta legge e l'impressione che la canta ci costringono a partire in retromarcia, nel narrar le gesta calcio-italiche di appena iniziato ottobre: Juventus Stadium, sì? Domenica sera, chiara la scena? Silenzio, recito l'adagio (non perché non sia scontato come gli abiti estivi a luglio ma perché, dedotto lo sconto, a qualcuno dei protagonisti non pare affatto così lampante): «Al giuoco del calcio, se non corri non vinci». Corollario alla definizione: «Come detto, ma anche difficilmente pareggi, più spesso Bonera ci fa una figura magra anzichenò». Adesso potremmo star qui a blaterare che:

  • La Juventus è matura, affamata, umile, rinnovata, atletica;
  • Il Milan ha troppi infortunati e andrà giudicato solo dopo la sosta;
  • È l'anno della Juve: ci ha lo Stadio nuovo di zecca, ci ha Conte che – chissà chi l'ha deciso – è un predestinato, ci ha la simpatia di quelli tutti belli ripuliti perché – poveri – gli è toccata la seriebì e lo scudetto del 2006 insomma proprio non glielo vogliono ridare, ci ha questo, ci ha quello.
A me quel che rimane addosso si riassume nella sensazione che, da qualche anno, contro il Milan, basta correre un tantino, che poi a quelli il culo gli si abbassa tanto quanto a Seedorf. Ah, no, pure un'altra cosa. Se quando ti giri verso lo schermo le immagini ti sorprendono con un 21 che, prima di realizzare che la trasmissione non è in bianco e nero, ci metti i tuoi bravi cinque secondi, benvenuto nel club dei nostalgici; smettila pure di pizzicarti, tanto quello è proprio Pirlo e non è un incubo.

Il pomeriggio domenicale mi ha annoiato, ha fatto gol Giovinco, di più non so. C'era pure la Ventura a Sky in Campo, vi pare che si potesse sopportarre la diretta?

Il sabato sera mi sa che non ha annoiato nessuno, al massimo ha fatto scendere le palle ai nuovi fan, loro malgrado, di Ranieri. Oh, Rocchi ne ha presa una? Facciamo mezza? Zanetti falcia in corsa Lavezzi, niente. Obi ruba la palla più cristallina degli ultimi 4 campionati e si piglia un giallo. Poi lo stesso omonimo di una catena di ferramenta (dotato calcisticamente tanto quanto) caccia una spintarella a Maggio – reo di essere più veloce di lui – ma ha almeno l'accortezza di farlo fuori area; Rocchi ne intuisce la malizia e lo caccia, fischiando comunque il rigore e cambiando la partita. A quel punto, i nerazzurri s'incazzano come biscioni e Rocchi Horror si mette a girandolare il giallo, ammonisce anche la zia di Chivu e, quando tutto sembra sedato – o raso al suolo –, caccia pure l'allenatore affratellato con Mourinho come le zucchine e la ghisa.
Si dirà, e sarà pur vero, che gli arbitri sono umani e sbagliano, esattamente come sbagliano i portieri, i difensori, gli attaccanti, i ragionieri. Ecco, a questo punto mi sorge un gargarismo di seconda impressione: se un attaccante sbaglia, se un difensore o un portiere sbagliano, perfino se il ragionier Fantocci sbaglia... ci rimettono loro, no? Perdono (va be', Fantocci parte perdente e perduto, ma capitemi). Ecco, su questa mia epidermide usurata dal troppo calcio, s'è tracciata la sensazione che, se sbaglia un arbitro, perde qualcun altro. E non mi pare così bello.
Tutti gli altri sport hanno intuito che alle telecamere riesce di testimoniare come i regolamenti non vengano fatti rispettare, così le hanno assunte e adesso le fanno lavorare per la loro credibilità (senza che gli arbitri abbiano messo il broncio). Al calcio questa rivoluzione copernicana non riesce. Del resto, scrivere una regola dev'essere questione ben faticosa. Che c'entra questa divagazione con l'impressione/legge di cui sopra? Semplice: le telecamere corrono più dell'arbitro, quindi vincono.
Sia chiaro, non che me ne freghi qualcosa di una Giustizia del Calcio, ma si smettesse di blaterare di facezie per ore, le orecchie del povero teleutente trovo ne gioverebbero. E forse apprezzerebbero di più – le orecchie e pure gli occhi – i gesti e le gesta, tipo quelli del Napoli.

O della Roma, che sembra aver trovato non dico la quadratura del cerchio, ma almeno quella del quadrato. Ecco, cos'è cambiato rispetto ai primi esperimenti di possesso palla asturiano? Figlioli, non vorrei ripetermi ma... quelli gialli ma anche rossi adesso corrono! Che correre con la palla, pure quando non ce l'hai proprio proprio tu ma uno con la maglietta come la tua, è una faccenda gioiosa, no? È per quello che esiste il gioco! Ti affanni, sudi, la tocchi, lui la tocca un po' pure lui, poi di nuovo tu e, se è l'istante dell'estasi copulativa (o orgiastica, nel caso del gioco corale predicato da Luis Enrique), basta una penetrazione per metterlo dentro. Dico il fòbal.

Insomma, impressioni. La Juve, la Roma, l'Udinese e il Napoli corrono. E godono. A Milano devono essere ancora tutti in ferie, con 'sto caldo di abbracciarsi e festeggiare non c'è voglia, figuriamoci di correre. Così Campioni e Cugini aspettano, come se nemmeno fossero partiti.