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8 settembre 2011

sleepers

Da Visioni Carbonare, un album fotografico tematico...


Dormiiiiiire! Una delle (in)attività più praticate in ferie! Ecco. Finite, basta, stop. Sveglia!


Questa spettacolare raccolta di foto da The Big Picture mostra dormienti da tutto il mondo... tema davvero niente male. Qui sotto alcune foto in anteprima, con la descrizione dello stesso sito [un clic sulle immagini per vederle ingrandite!]

Woman sleeping in a public square in Montreal, Canada © Romain Philippon #

A woman sleeps in the trunk of a car before the start of the annual International Descent of the River Sella canoe race which started in Arriondas, Spain on August 6, 2011. (Eloy Alonso/Reuters) #
A young Chinese couple wait as their baby sleeps on a display bed as they shop at a department store in Beijing on August 15, 2011. (Mark Ralston/AFP/Getty Images) #
A reveler tries to get some sleep on the street during the San Fermin festival in Pamplona early July 8, 2011. (Susana Vera/Reuters) #

5 settembre 2011

rece - la democrazia in italia

È sotto i riflettori da tempo, ormai, la questione dello stato di salute della democrazia: sia di Democrazia – il concetto che parla di una forma di governo ma anche e soprattutto della possibilità di un non-governo – sia delle democrazie reali, delle attuali condizioni degli Stati che si definiscono democratici. Il fatto stesso che ci si ponga l’interrogativo – come sta la democrazia? – testimonia la tendenza a rispondere con pessimismo; la domanda stessa è già il desiderio di trovare una terapia al malessere democratico. Lo studio dei sintomi stringe la lente sui casi specifici, specialmente se diventano immagini peculiari di un paradigma: così il caso clinico impossibile da ignorare diventa proprio quello italiano. Scrittori, docenti e ricercatori accomunati dall’urgenza di far deragliare l’abusato e logoro – poiché assolutizzato – linguaggio dell’attualità italiana. Uscire dai binari del discorso mediatico per aprire i luoghi della possibilità, quanto meno, di discorsi teorici: tradire la politologia per recuperare delle sopravvivenze della politica. Anche e soprattutto questa necessità di disattendere al linguaggio assoluto è causa dell’assenza del nome di Berlusconi dal titolo del libro (e dei saggi in esso contenuti).
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11 luglio 2011

eastern sierra 3

Da Visioni carbonare, un nuovo timelapse, pezzo pregiato della categoria...

L'opera è di Jeff Chen Kuo Chih, una notevolissima impressione rubata alla Via Lattea. Sotto al video, la descrizione dello stesso Jeff.



On my 3rd time-lapse video of the Eastern Sierra, I focused on night time shooting. During the last week of June, the Milky Way started to make daily appearances on the northern hemisphere, right after sunset and without any interference from the moon. During eight consecutive and exhausting nights in near total darkness, I saw and/or felt deers, rabbits and coyotes passing near-by and once, after shinning a small flash light from my iPhone at two red dots, I saw a big-old bear just a few feet away, which prompted me to run to my car, leaving all my equipment and gear behind. I did not return until sunrise to pick everything up. Truly scary stuff!!
Nikon D5100 and D3
Capture One Pro, Adobe Premiere
Motion Dolly by dynamicperception.com/​

4 luglio 2011

Open

Da Visioni carbonare, la recensione di un libro-fenomeno del 2011, proprio il giorno dopo la finale di Wimbledon! Pubblicato anche sulla Civetta di luglio-agosto (trovate la pagina del giornale più sotto)

Sono un uomo solo. Questo rettangolo, entro cui mi trovo, è la mia vita. E io lo odio. 


Tutti voi mi avete sempre visto qui, e non c’è altro luogo in cui potrei stare. Non posso uscire da questi confini geometrici, non posso che starci. Fermo. Anche e soprattutto quando corro come un forsennato, quando condanno l’anima e il corpo, quando sacrifico a esso la mia vibrante disperazione, dentro al rettangolo sono fermo, non posso che stare. 

Credetemi, mille volte avrei voluto fuggire, altre mille ho cercato scorciatoie sotterranee per uscirne, finendo sempre per sentirmi ancora più solo. E tornare a stare qui. Dove odio stare. Dove mi hanno messo e certamente non avrei scelto di entrare. Eppure, forse, sono sempre stato qui dentro e non poteva essere che così. 

Quando mi è concesso di gettare lo sguardo fuori dal rettangolo, devo approfittare di quell’istante per cercare aiuto. Questo è il motivo per cui ho costruito una squadra: non accetterei le sconfitte da solo, tantomeno sopporterei il successo, senza di loro. So che mi accompagneranno sempre, che ognuno di loro avrà una parola, uno sguardo, un’energia per me, so che senza di loro sarei meno di niente. Eppure, alcuni della squadra, dopo anni, vanno per la loro strada. Così scopro che qualcuno ci sarà sempre. 

Quello che non avrò mai indietro è un padre. Il mio ha scelto con furia e tenacia di ingabbiarmi qui e io non ho mai potuto scegliere. Nulla. Quando ho capito che non l’avrei mai avuto come volevo, ho iniziato a fare le mie scelte. E a sbagliarle. Fu allora che tutti cominciaste a odiarmi. Fu esattamente allora che tutti vi innamoraste di me. E io di voi. Poi il rettangolo si ricoprì di un manto verde, sottile e soffice. 

Un tempo, decidere di non vestirmi in bianco e di non baciare i piedi alla vostra tradizione era una tra le poche scelte che mi facessero sentire libero: ora sto alzando per la prima volta il simbolo di quella stessa tradizione mentre voi mi tributate il trionfo, mi adorate e più di me adorate i miei capelli. Sono finti. Image is everything.


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23 giugno 2011

plains milky way

da Visioni carbonare, il timelapse della Via Lattea

Nel bel mezzo del Sud Dakota c'è una figura che si aggira di notte per la campagna. Armata della sua macchina fotografica, l'ombra notturna spara alle stelle. E la sua strada, così tracciata, diventa questo video da vedere assolutamente, meglio se a schermo intero.


Dopo il video, la descrizione dell'autore, Randy Halverson.

Su Dakotalapse.com, infine, potete trovare altre opere di Randy.


During the month of May, I shot Milky Way timelapse in central South Dakota, when I had the time, and the weather cooperated. The biggest challenge was cloudy nights and the wind. There were very few nights, when I could shoot, that were perfectly clear, and often the wind was blowing 25mph +. That made it hard to get the shots I wanted. I kept most of the shots low to the ground, so the wind wouldn't catch the setup and cause camera shake, or blow it over. I used a Stage Zero Dolly on the dolly shots and a "Milapse" mount on the panning ones. 
This was all shot at night. If you see stars and it looks like daylight, it is actually moon light. 20+ second exposures make it look like daylight.
Canon 60D and T2iTokina 11-16Sigma 20mm F1.8Tamron 17-50
Dynamic Perception Stage Zero Dolly dynamicperception.com
Shot in RAW format, the Milky Way shots were 30 seconds exposure F2.8 or F1.8 with 2 second interval between shots, for 3-4 hours run time. ISO 1600
Ten seconds of the video is about 2 hours 20 minutes in real time.

20 giugno 2011

vivid sydney

da Visioni carbonare, le immagini dello spettacolare festival della luce di Sydney

Vivid Sydney è un evento grazie al quale, ogni anno, la luce invade la grande città australiana e la usa come una tela, dipingendola, colorandola.

La città diventa teatro di opere di designer e artisti provenienti da ogni parte del mondo. Sydney si illumina di fasci di colore, linee e geometrie, e si accende di musica eseguita da ospiti celebri (quest'anno, tra gli altri, The Cure).

[in questo timelapse a opera di James Zhao abbiamo una rapida presentazione di come viveva Sydney vestita di questa condizione particolare]



Quest’anno (dal 27 maggio al 13 giugno) le scene più spettacolari sono state l’Opera House, Cambell Cove e il Custom House, ma numerose altre piazze erano il palcoscenico per installazioni diverse.

Alcuni link per conoscere meglio Vivid Sydney:

sito ufficiale

un mash up delle foto di visitatori da tutto il mondo [qui sotto alcune in anteprima]


sleeveface

da Visioni carbonare, una bella idea per un sito notevole...

Diventare qualcun altro

Essere un musicista

Andare in copertina
Giocare con un'immagine

Essere giocati

Sleeveface
[clic sul nome per arrivare al sito]


13 giugno 2011

manhattan in motion


C'è un'isola dove le luci non si spengono mai, dove si vive in una dimensione diversa dal resto del mondo, dove il Sogno sembra divenuto Realtà.
Non è un caso se chi ci abita reputa quell'isola il mondo "vero" e non vuol quasi sapere nulla di ciò che c'è fuori.
Manhattan non è l'Isola che non c'è, il suo Sogno può essere un'illusione, ma il mondo non smetterà mai di puntarci lo sguardo e ammirarla.

Come fa in questo timelapse Josh Owens, puntando sull'Isola il suo sguardo, la macchina fotografica, e sparando.

9 giugno 2011

puyehue. il vulcano

Da Visioni carbonare, la potenza naturale e la fotografia

Durante lo scorso weekend il vulcano Puyehue, tra le Ande del sud del Cile, ha iniziato la sua eruzione dopo alcuni decenni di silenzio. Le polveri esplose hanno sorvolato centinaia di chilometri di terra, spargendosi ovunque e invadendo anche gran parte dell'Argentina.

Lo spettacolo naturale offerto dal fenomeno trascende le parole che cerchino di descriverlo, ma le fotografie raccolte da The Big Picture provano a trasportarlo in qualche modo. Ve ne propongo alcune qui, le altre le trovate seguendo questo link






7 giugno 2011

michael levin by brad kremer




Cosa fa un fotografo?
Fa una fotografia? O è la fotografia che si fa? Il fotografo la crea o piuttosto la vede?
Ecco, cosa vede un fotografo? Dov'è quando getta il suo sguardo, apre il suo punto di vista?

Stare attorno a un fotografo e farlo vedere – mostrarlo ma anche, e soprattutto, lasciare che veda – è quello che Brad Kremer ha cercato di fare con questo video.

Il protagonista ritratto è il fotografo Michael Levin, del quale fareste bene a scoprire qualcosa di più dal suo sito
Dopo l'opera di Kremer (qui la sua pagina vimeo, dove trovate altri film che meritano) potete leggere la descrizione proposta dall'autore stesso, con alcune note tecniche.

L'ho inframmezzata con alcune foto di Levin, qui e là...


I first became aware of Michael Levin's photographs in 2010. His photographs of everyday places and common subjects are transformed into something much more when he views them through his lens...absolutely stunning! Being that a large majority of Michael's work is done in Japan, I instantly had a connection to it as I too have a bond with Japan and have traveled and documented the landscape extensively in my own way. After watching my film Hayaku (http://vimeo.com/12112529) Michael contacted me regarding a project he was working on and felt it might be of interest to me. He told me that he really appreciated my work and recognized the dedication and effort that went into it. I agreed to go on a trip with him to Japan and work on his project. But for me, there was a greater opportunity at hand. We had several conversations and I gave him some ideas about expanding the project and he really took to it. A month later and we were in Japan having beers and sushi.

I wanted to document Michael at work, in Japan, in a way that hasn't really been explored with photographers. I told Michael of my idea to make an artistic representation of his experiences in the Land of the Rising Sun - to show him in his working environment in a way that complimented his work. Not to explain it with words, but to feel it through the flow of the film. I wanted to show the process, the journey, the adventure in a way that would give the viewer and emotional connection to Michael and his photography.


The final result is something that I think is truly original…something that showcases who Michael is, and more importantly, what his work is all about. This film is a collaboration between Michael and I and our love for photography, film, Japan and adventure. This is a subject that Michael and I are continuing to explore as we plan more trips together, more films and more adventures.

I hope you enjoy!

www.michaellevin.ca
www.bradkremerfilms.com
brad@bradkremerfilms.com

Filmed with:
Canon 5DMKII
Dynamic Perceptions Dolly
 
Music:
Artist- Röyksopp
Song- Röyksopp Forever

6 giugno 2011

chiemgau impressions

Mario Feil è un fotografo/filmmaker tedesco [cliccando sul nome trovate il suo sito, qui la sua pagina Vimeo].


Passeggiando per il sud della Baviera, la sua macchina fotografica si è trovata a Chiemgau, luogo che ha sentito di dover ritrarre con questo timelapse. Lavoro notevole davvero.

25 maggio 2011

essere john mcenroe

Da Visioni carbonare, una recensione che mi è tornata in mente mentre assistevo al Roland Garros...

«John McEnroe è un mito». Parole che devono essere state sulle labbra di un incalcolabile numero di appassionati dello sport con la racchetta. Ma non solo. McEnroe è un mito anche e soprattutto nel senso classico della parola. I suoi incontri a Wimbledon contro Borg, agli inizi degli anni ’80, sono diventati più che proverbiali, hanno attraversato e segnato quasi tre decenni e creato un nuovo immaginario, un nuovo mondo che esiste anche lontano dalla rete e dal campo: McEnroe, il suo aspetto da pestifero (per non dire dell’atteggiamento!), il suo febbrile desiderio di correre incontro alle fucilate uscite dalle corde dell’imperturbabile Bjorn, la sua racchetta di legno vibrare una carezza nell’aria e compiere l’incantesimo affettando la palla e facendola morire appena di là dalla rete. Per la mia generazione queste evocazioni, proprio come quelle di Italia-Germania 4-3, quelle del Mundial ’82, quelle di Ali-Foreman a Kinshasa e chissà quante altre, narrano di un mondo che non abbiamo visto e sono pura mitologia; fanno parte della nostra crescita, sia che provengano dalle parole nostalgiche dei genitori intorno ad un tavolo o dalle voci, di nuovo appassionate al ricordo, dei Tommasi&Clerici di turno o, ancora, dalle pagine frizzanti ma intense di questo piccolo capolavoro di Tim Adams.
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floating chicago

Torniamo sulla sezione Timelapse&Co.


Questo video, come spiega la descrizione dell'autore Craig Shimala – subito sotto – è un collage di timelapse "sparati" allo skyline di Chicago e poi riflessi in orizzontale, specchiati.
L'effetto non è niente male. Proviamolo.



Through the past couple years I've shot a decent amount of time-lapses of the Chicago skyline. I figured why not take all of those and throw the same mirror filter that was warmly welcomed by a lot of people on this: http://www.flickr.com/photos/cshimala/5275838854/
I'm still scratching my head on how long it took me to attend to that dirt spot on my window that shows up too often.
Music: Neon Canyon - Libra

22 maggio 2011

optimist

da Visioni carbonare, un gradito ritorno


Abbiamo già parlato qui di Holi, il festival del colore.

Brian Thomson [link alla sua pagina vimeo] regala con questo video la sua interpretazione della manifestazione mondiale che saluta la primavera in un trionfo visivo spettacolare.
Sotto il video, la descrizione originale dell'autore.


This video was shot at the Sri Sri Radha Krishna Temple in Spanish Fork, Utah. Their annual Festival of Colors was a great opportunity to test the slow-mo capabilities of my Cannon 7D. After hearing Zoe Keating perform this song in Portland, OR I was inspired to edit this footage to her beautiful music. I hope that she and her son enjoy the video.

16 maggio 2011

nuova sezione - Timelapse!

El Cielo de Canarias è un notevolissimo timelapse di Daniel López, creato a Tenerife e del quale tutte le info sono a questo link [ma alcune anche sotto al video...]

Con questa opera, abbiamo il piacere di inaugurare una nuova sezione!
Sarà dedicata proprio ai Timelapse [cliccate sul titolo per raggiungerla] e potrete trovare il link anche nel banner della colonna di destra



"El Cielo de Canarias" "Canary Sky"
Project produced by Daniel Lopez. elcielodecanarias.com
Scenes taken from Tenerife, more than 2,000 meters above sea level and over a year to capture all possible shades, clouds, stars, colors from a unique landscape and from one of the best skies on the planet.First in a series of videos nocturnal and crepuscular Time Lapse taken in the Canary Islands trying to capture the beauty of each island.To capture the natural movement of the earth, stars, clouds, sun and moon TimeLapse technique was used, Dolly vertical and horizontal rails, spindles with horizontal and vertical movements. HDR data collection.
Some scenes of the video:
- "The Cathedral" in the plain of Ucanca, night shot with the planet Jupiter across the scene.- El Arbol de Piedra (Roque Cinchado) with a Tajinaste pointing to Polaris.- Tajinastes "night", The Red Tajinaste, endemism Canario blooming in spring.- The "hat" in the Teide. Formation of a cloud known as cap at the peak of Teide.- "Waterfalls of clouds crossing the mountains and rivers of multicolored clouds.- Sea of clouds crashing against the mountains as it did the sea.- Large pool of water in the plain of Ucanca lenticular clouds where stars are reflected.- Tajinastes night with the Milky Way taken out on the horizon with a dolly track.- Video of the sun setting and a double green flash. "- Pleiades and the Andromeda galaxy between rocks in the mines of San Jose.- Scenes spectacular sunset in the Teide National Park with clouds and moving dolly.- ArcoIris from the Teide National Park.- Multicolor Halos around the moon.- Clouds remain stationary hours at the site are changing their colors as the sunset

Daniel Lopez is a photographer / astrophotographer based in Tenerife . Works by photography and video, specializing in evening using many techniques, from camera tripod grasp heaven and earth in the same photo, amateur telescopes to take pictures of astronomical objects to professional telescopes to capture details and high resolution. It also performs and produces videos about nature, landscapes and interesting places in the draw is always something new and take another different view and "magical."
elcielodecanarias.comdaniel.lopez@elcielodecanarias.com
Music:Angel´s Tear (Aeon 2). Matti Paalanenjamendo.com/​en/​artist/​matti.paalanen

15 maggio 2011

essere argentino. essere Soriano

Da Visioni carbonare, un testo a quattro mani di qualche anno fa dedicato a Osvaldo Soriano...

Se non vi è davvero mai capitato di scrivere un testo insieme a un caro amico, se proprio non avete mai provato la sensazione di intrecciare la carne delle vostre parole con le ossa delle sue (e nemmeno, sventurati, il contrario), dovreste lasciar cadere immantinente qualsiasi attività vi stia occupando membra e spirito in questi istanti e correre da lui/lei – oppure far suonare il suo telefono – e suggerirgli di rimediare prima possibile al vostro vuoto.


Per quanto riguarda me, questa fortuna l'ho avuta più volte e non smetterò mai di vantarmi delle sensazioni che le persone così coinvolte mi regalarono. Quella che segue è un prodotto a quattro mani, due voci, due spiriti e quattro occhi che apparve un certo mese di un dato anno su La Civetta.

Essere argentino: scoprirti figlio peronista di un dipendente pubblico della Patagonia che solo per dovere si è piegato a sottoscrivere la tessera del partito guidato da quel mentecatto di Perón. Essere argentino: non poter fare nulla per non sentire tuo padre che s’infuria contro la radio che trasmette i discorsi del generale, mentre tu nella tua camera preghi perché quella santa donna di Evita ti mandi un pallone il 6 di gennaio. Essere argentino: scrivere a Peròn, chiedere un dono a lui che ripete sempre che “i bambini sono gli unici privilegiati”, aprire tempo dopo un pacco e trovarci un pallone e le divise per un’intera squadra. Essere argentino: aver fatto goal al Gato Díaz, quello che aveva parato il rigore più lungo del mondo. Essere argentino: meritarti per ben due volte il titolo di campione del mondo di calcio, la prima volta per effetto delle manovre di un regime sanguinario, la seconda grazie alle prodezze di un folletto chiamato Diego Armando. Essere argentino: non avere il coraggio di dire una parola davanti a quel ragazzo con un cespo di ricci scuri in testa che con un’arancia fra i piedi è in grado di fermare il tempo e saturare lo spazio. Essere argentino: sentire il bisogno di andare di corsa a mettere sulla carta tutte le parole che il ragazzo con l’arancia ti ha paralizzato in gola e dare alla luce il tuo primo racconto sul pallone. Essere argentino: persuaderti che una partita di calcio contro una qualsiasi selezione inglese possa risolvere il problema delle isole Malvinas.
Essere argentino: sapere che tuo padre non crede affatto che tu possa fare il calciatore né tantomeno lo scrittore, che invece ti vorrebbe meccanico e, per non deluderlo, accettare di vivere per tre giorni nel garage di casa aiutandolo a smontare e rimontare un’automobile dal primo all’ultimo bullone (e guai se ne avanza uno!). Essere argentino: aver visto il tuo vecchio cadere e rialzarsi così tante volte che ormai, mentre lo guardi stanco e sconfitto, sei tu ad incoraggiare lui a non mollare, ché tanto tu sarai sempre là a mandargli una barca con le sigarette. Essere argentino: convincerti che la relazione che tu, falso console, stai intrecciando con la moglie dell’ambasciatore inglese sia al centro dello scoppio della guerra per quelle stramaledette isole Falkland. Essere argentino: prendere una sbornia colossale tracannando whisky in compagnia di un gorilla furioso col moccio al naso. Essere argentino: affrontare i pericoli di una rivoluzione in un paese straniero solo per l’orgoglio di poter innalzare al vento la bandiera bianca e celeste sulla quale il sole non tramonta mai. Essere argentino: ritrovarti chissà come e perché in una manifestazione sindacale in cui a gran voce si chiede il ritorno di Perón, non essere poi molto convinto che la voce che manda proclami di lotta da un registratore portatile sia proprio quella del grande generale e allora chiamare tuo padre perché possa confermarlo senza alcun dubbio.
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10 maggio 2011

las vegas - 24 hours of neon

Philip Bloom è un filmmaker di talento e parecchio attivo, potete trovare info su di lui e i suoi film dal sito ufficiale e dalla pagina facebook.

Io voglio suggerirvi questo timelapse girato nella città dei neon nel deserto. Per una volta, quel che succede a Las Vegas esce da Las Vegas e si srotola sotto i nostri occhi. Buon godimento.
[appena sotto al video, alcune info sulle tecniche e la strumentazione (fonte: clickblog.it) e un behind the scenes fatto bene, con dettagli di esecuzione fotografica molto chiari]




Philip Bloom è un fotografo esperto nella realizzazione di time lapse ed ha deciso di immortalare le luci di Las Vegas e restituire un’esperienza quanto più realistica possibile sfruttando la tecnica HDR.
Per la realizzazione sono state utilizzate più fotocamere:

9 maggio 2011

aniboom - corti animati

ok, spettacolo...

Aniboom è un sito che raccoglie corti animati. Alcuni sono davvero ottimi e vanno goduti perbene. Ne propongo un po':


orsi e problemi con la neve...



... del perché fare test sugli animali...



... meditazione e l'arte di avere a che fare con gli insetti...



... e infine: lo sapevate del feticismo di Napo?

la rivolta

Da Visioni carbonare, l'anteprima di una nuova recensione da La Civetta di maggio.


Su La Civetta di maggio 2011, una mia presentazione dell'ottimo testo di Pierandrea Amato, La rivolta,
libro filosoficamente prezioso e attuale in modo straordinario.




Nel box qui sotto, un'anteprima del numero de La Civetta, basta un clic per vedere la versione ingrandita. Segue la mia recensione.



«Materia di queste pagine è la rivolta». In quella zona oscura che nemmeno si può immaginare come un luogo, in un anfratto prima del pensiero che dello spazio, sta la rivolta. Della quale, innanzitutto, ogni cosa si può dire tranne che stia; mai situata, contenuta, quando la rivolta sta è solo preannunciata, essa sta facendosi. Per questo, per questa sua de-localizzazione sempre sul punto di accadere, non la si può dire ma solo effettuare. «Non c’è in questo senso un pensiero della rivolta, ma esclusivamente atti rivoltanti».
Eppure queste pagine si fanno materia e fanno materia propria dei concetti attorno alla rivolta. Ma non per trattenerla, spiegarla, aprirla alla vista e darne una definizione. Per rivoltare, piuttosto, tutte queste attività, disattenderle proprio nel loro essere aspettative, tradire la fiducia di chi vuole imparare. Queste pagine, allora, il nostro voltarle e rivoltarle, la parola che scrivono, lo sguardo che le scontra, sono tutti rivoltanti.
Il rivoltante suscita rifiuto, è esso stesso un rifiuto, si genera da un rifiuto. E il suo rivoltarsi è l’opportunità politica che sola può proporsi di rifiutare il potere. A patto, però, di non proporselo affatto. Perché la rivolta non è rivoluzione: non è un fine ciò che essa persegue e non prova alcun affanno in direzione di una realizzazione. L’essere rivoltante non sa cosa vuole, tutt’al più avverte l’insopprimibile scoperta di ciò che non vuole più.
Ecco perché l’oppresso che si riconosce in una similitudine tra oppressi e organizza la propria identità nel rovesciamento dell’oppressione nulla ha a che vedere con l’essere rivoltante, bensì tutto ha del rivoluzionario, di chi sta già sempre instaurando il potere venturo e poco importa che lo desideri. «Il rivoltoso invece è tale unicamente nel lampo della rivolta».
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1 maggio 2011

El Clásico


Una nuova giornata di Liga se ne va. E non cambia nulla! Il Barça perde e il Madrid perde pure. La differenza? Piccola, tutto sommato... i catalani restano a +8 e sono sostanzialmente campioni e, non bastasse, si siedono al Camp Nou ad attendere che i rivali vengano a tentare di ribaltare le sorti già scritte della Champions. Per il Real, inguaiato dalla missione impossibile che tuttavia gli toccherà tentare, arriva un'altra sconfitta. In casa. Laddove Mourinho era stato inviolabile per nove anni, tre violenze in un mese. Non malissimo.

Vi propongo un'opera che riassume la situazione. Non solo quella della rivalità più osservata dello sport attuale, ma pure un po' quella del magistero pallonaro tutto.

Dal gruppo di filmmakers di cui vedete il logo qui accanto [e qui il sito, toh], una rivisitazione di un evento che dovrebbe ricordarvi qualcosa anche se non siete malati di pallone... buona visione!