Se non vi è davvero mai capitato di scrivere un testo insieme a un caro amico, se proprio non avete mai provato la sensazione di intrecciare la carne delle vostre parole con le ossa delle sue (e nemmeno, sventurati, il contrario), dovreste lasciar cadere immantinente qualsiasi attività vi stia occupando membra e spirito in questi istanti e correre da lui/lei – oppure far suonare il suo telefono – e suggerirgli di rimediare prima possibile al vostro vuoto.
Per quanto riguarda me, questa fortuna l'ho avuta più volte e non smetterò mai di vantarmi delle sensazioni che le persone così coinvolte mi regalarono. Quella che segue è un prodotto a quattro mani, due voci, due spiriti e quattro occhi che apparve un certo mese di un dato anno su La Civetta.

Essere argentino: sapere che tuo padre non crede affatto che tu possa fare il calciatore né tantomeno lo scrittore, che invece ti vorrebbe meccanico e, per non deluderlo, accettare di vivere per tre giorni nel garage di casa aiutandolo a smontare e rimontare un’automobile dal primo all’ultimo bullone (e guai se ne avanza uno!). Essere argentino: aver visto il tuo vecchio cadere e rialzarsi così tante volte che ormai, mentre lo guardi stanco e sconfitto, sei tu ad incoraggiare lui a non mollare, ché tanto tu sarai sempre là a mandargli una barca con le sigarette. Essere argentino: convincerti che la relazione che tu, falso console, stai intrecciando con la moglie dell’ambasciatore inglese sia al centro dello scoppio della guerra per quelle stramaledette isole Falkland. Essere argentino: prendere una sbornia colossale tracannando whisky in compagnia di un gorilla furioso col moccio al naso. Essere argentino: affrontare i pericoli di una rivoluzione in un paese straniero solo per l’orgoglio di poter innalzare al vento la bandiera bianca e celeste sulla quale il sole non tramonta mai. Essere argentino: ritrovarti chissà come e perché in una manifestazione sindacale in cui a gran voce si chiede il ritorno di Perón, non essere poi molto convinto che la voce che manda proclami di lotta da un registratore portatile sia proprio quella del grande generale e allora chiamare tuo padre perché possa confermarlo senza alcun dubbio.
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