10 aprile 2011

cavani, il momento dell'uccisione

Da Partita carbonara, due parole sul fenomeno del Napoli

Il matador è quel torero ormai esperto che, superato il grado di novizio e dimostrate le sue abilità, la propria eleganza e la letalità degli intenti, può diventare il protagonista assoluto e indiscusso delle corridas de toros. Matador, per chiunque sia nato alfabeteggiando in lingua spagnola, è l’uccisore. Ma non crediate che il titolo di colui che porta la morte sia rimasto l’unico caricato sulle spalle di un torero nella plaza. Che egli sia il mortifero ambasciatore, per le bestie magnifiche e sbuffanti che lo affrontano, non v’è dubbio riguardi la questione fondamentale, nel giudizio sul suo onore: ma a decidere di lui non è il fatto che faccia scendere il momento supremo, piuttosto sono il come e il quando lo faccia. Più importante della fatalità è la dimostrazione di saperla manipolare; solo quando questo esercizio sarà una commistione di sapienza e arroganza – analoga a quella del divino – il pubblico nell’arena sospenderà il respiro, si lascerà rapire i sentimenti e tributerà la sua ovazione.

Badate bene, o attenti affezionati, che già da qualche riga stiamo parlando di Edinson Cavani. Il nome di El Matador, sulla carta d’identità dell’uruguagio, è ormai marchiato indelebilmente e lui, corrida dopo corrida, non fa che convincere i suoi battezzatori di aver scelto bene.
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