Ecco, a quell'ex-poppante lì, vuoi perché alla foggia da spettatore ha coniugato alla bell'e meglio quella da protagonista (al massimo nel praticello dietro casa, facciamo a capirci), vuoi perché comunque il primo dei due ruoli l'ha portato in scena quelle cinque/seicento volte, alcune impressioni del meraviglioso gioco del sono rimaste volenti o dolenti marchiate sulla pelle. Quindi, attraverso le impressioni di cui, vi andrò a spiegare il perché e il percome della sesta giornata di A, che poi è la quinta e bòn, tocca abituarcisi.

- La Juventus è matura, affamata, umile, rinnovata, atletica;
- Il Milan ha troppi infortunati e andrà giudicato solo dopo la sosta;
- È l'anno della Juve: ci ha lo Stadio nuovo di zecca, ci ha Conte che – chissà chi l'ha deciso – è un predestinato, ci ha la simpatia di quelli tutti belli ripuliti perché – poveri – gli è toccata la seriebì e lo scudetto del 2006 insomma proprio non glielo vogliono ridare, ci ha questo, ci ha quello.
A me quel che rimane addosso si riassume nella sensazione che, da qualche anno, contro il Milan, basta correre un tantino, che poi a quelli il culo gli si abbassa tanto quanto a Seedorf. Ah, no, pure un'altra cosa. Se quando ti giri verso lo schermo le immagini ti sorprendono con un 21 che, prima di realizzare che la trasmissione non è in bianco e nero, ci metti i tuoi bravi cinque secondi, benvenuto nel club dei nostalgici; smettila pure di pizzicarti, tanto quello è proprio Pirlo e non è un incubo.
Il pomeriggio domenicale mi ha annoiato, ha fatto gol Giovinco, di più non so. C'era pure la Ventura a Sky in Campo, vi pare che si potesse sopportarre la diretta?

Si dirà, e sarà pur vero, che gli arbitri sono umani e sbagliano, esattamente come sbagliano i portieri, i difensori, gli attaccanti, i ragionieri. Ecco, a questo punto mi sorge un gargarismo di seconda impressione: se un attaccante sbaglia, se un difensore o un portiere sbagliano, perfino se il ragionier Fantocci sbaglia... ci rimettono loro, no? Perdono (va be', Fantocci parte perdente e perduto, ma capitemi). Ecco, su questa mia epidermide usurata dal troppo calcio, s'è tracciata la sensazione che, se sbaglia un arbitro, perde qualcun altro. E non mi pare così bello.
Tutti gli altri sport hanno intuito che alle telecamere riesce di testimoniare come i regolamenti non vengano fatti rispettare, così le hanno assunte e adesso le fanno lavorare per la loro credibilità (senza che gli arbitri abbiano messo il broncio). Al calcio questa rivoluzione copernicana non riesce. Del resto, scrivere una regola dev'essere questione ben faticosa. Che c'entra questa divagazione con l'impressione/legge di cui sopra? Semplice: le telecamere corrono più dell'arbitro, quindi vincono.
Sia chiaro, non che me ne freghi qualcosa di una Giustizia del Calcio, ma si smettesse di blaterare di facezie per ore, le orecchie del povero teleutente trovo ne gioverebbero. E forse apprezzerebbero di più – le orecchie e pure gli occhi – i gesti e le gesta, tipo quelli del Napoli.
Sia chiaro, non che me ne freghi qualcosa di una Giustizia del Calcio, ma si smettesse di blaterare di facezie per ore, le orecchie del povero teleutente trovo ne gioverebbero. E forse apprezzerebbero di più – le orecchie e pure gli occhi – i gesti e le gesta, tipo quelli del Napoli.

Insomma, impressioni. La Juve, la Roma, l'Udinese e il Napoli corrono. E godono. A Milano devono essere ancora tutti in ferie, con 'sto caldo di abbracciarsi e festeggiare non c'è voglia, figuriamoci di correre. Così Campioni e Cugini aspettano, come se nemmeno fossero partiti.
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