10 marzo 2011

anteprima recensione del vangelo secondo gesù

Da visioni carbonare, recensione uscita lo scorso anno su La Civetta, poco dopo la scomparsa del Premio Nobel portoghese.


Grazie Scrittore. Credo che gli omaggi di questi giorni, tributati dai media nazionali in occasione della sua scomparsa, manchino José Saramago, non lo trovino mai laddove le loro parole cercano di raffigurarlo, forse per l’eccessiva ansia di tratteggiarne un’immagine eroica. Saramago era certamente il premio Nobel impegnato politicamente, membro del partito comunista e critico pensatore del sociale. Certo era l’ateo che diede alle stampe opere sgradite alla Chiesa e attaccò l’immunità e l’impunità di Israele. Indubbiamente fu colui che subì la rottura del decennale rapporto con Einaudi in seguito alle sue righe su Silvio Berlusconi così come entrò in conflitto con il governo portoghese dopo il Vangelo secondo Gesù Cristo. Ma José Saramago era uno scrittore. E proprio dalle pagine del Vangelo emerge – con una potenza eguagliata forse solo in Cecità – quanto fenomenale.
La figura dello scrittore è esile, il suo volto è segnato dalla vita che si è fatta strada a solchi, l’incavo dei suoi occhi si accende ora dei lampi dell’indignazione, che non transige però rassegnazione alcuna, ora dell’irriducibile amore per il mondo e per la parola. Questa è la protagonista.
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