da partita carbonara, il punto esterofilo... e il video del Real Madrid vincente
Povero Arsène Wenger. Da anni si accomoda sulla panca dell'Arsenal, era già un idolo per i suoi tifosi quando l'alloggio dei Gunners era ancora a Highbury e la sua aura mitologica non ha certo perso di intensità col passaggio all'Emirates Stadium. Propugna sempre l'onorevole politica di mandare in campo i giovani e i giovanissimi e questi lo ripagano sempre con entusiasmo e bel gioco. Ma i trofei, quelli, se li prendono gli altri: Chelsea, Liverpool nelle Champions di qualche anno fa, e il solito Man Utd. di Ferguson.
Povero Arsène Wenger. Da anni si accomoda sulla panca dell'Arsenal, era già un idolo per i suoi tifosi quando l'alloggio dei Gunners era ancora a Highbury e la sua aura mitologica non ha certo perso di intensità col passaggio all'Emirates Stadium. Propugna sempre l'onorevole politica di mandare in campo i giovani e i giovanissimi e questi lo ripagano sempre con entusiasmo e bel gioco. Ma i trofei, quelli, se li prendono gli altri: Chelsea, Liverpool nelle Champions di qualche anno fa, e il solito Man Utd. di Ferguson.
je darei 'na pizza 'n faccia... |
Già, il solito Manchester. L'Arsenal, tre settimane fa, era in corsa su tutti i fronti. Poi il Birmingham City gli ha soffiato la Carling Cup in finale; un istante dopo i Wenger Boys pareggiavano col Sunderland e fallivano l'occasione di risucchiare due punti ai Devils, capiclasse in Premier, che perdevano dal Liverpool; ancora pochi giorni e il mago Lionel ribaltava il due a uno londinese, così il Barça eliminava Arsène pure dalla Champions; infine, l'FA Cup. È il trofeo più antico nel mondo del calcio, emana un'essenza che profuma di tradizione e divinità pallonare e ogni sfida, per quella coppa, è qualcosa di fascinoso: se poi sono di nuovo Arsenal e Manchester United a giocarsi un posto in semifinale, il biglietto è già ripagato.
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