16 marzo 2011

quinta fetta di dolce

ecco da carbonara dolce la quinta parte della storia di Mousse e Kant

«Quel che vi danno qui è anche meglio del cibo in scatola. In scatologia, vorrei dire» fu il biglietto da visita di Ipsilon per Mousse. «Benvenuti in Paradiso. Potete scattare fotografie, ma rigorosamente senza flash» rispose l’altro e non ci fu bisogno di ulteriori presentazioni. Io, per me, addentavo la patata scondita senza riconoscerne la forma, lasciamo perdere il sapore. Mentre il nostro imperforabile Garda cercava di zittire la sala per sentire Carletto che dal tigiuno proclamava: «Il Milan è estraneo», i miei commensali, non degnando di uno sguardo nessuno di quei due, spandevano familiarità: «Allora domani ti vedi l’inaugurazione?» faceva Mousse, e l’altro: «Pare che ci sarà un gruppo di cantanti, un inno da stroncarti per la noia, ad aprir la cerimonia». «Però giocano i crucchi», pensava di poterci parlare di pallone, il ragazzo.

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